Raffaello Sanzio
1483 - 1520
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I sonetti
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III
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Un pensier dolce è rimembra[r]se in mododi quello asalto, ma più gravo è il dannodel partir, ch'io restai como quei ch'hanoin mar perso la stella, se 'l ver odo.
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5 | Or, lingua, di parlar disogli el nodoa dir di questo inusitato inganoch'Amor mi fece per mio gravo afanno,ma lui pur ne ringrazio e lei ne lodo.
L'ora sesta era, che l'ocaso un sole |
10 | aveva fatto, e l'altro surse in loco,ato più da far fati che parole.
Ma io restai pur vinto al mio gran focoche mi tormenta, ché dove l'on sòledisiar di parlar, più riman fioco.
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