Raffaello Sanzio
1483 - 1520
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I sonetti
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II
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Como non podde dir d'arcana DeiPaul, como disceso fu dal c[i]elo,così el mio cor d'uno amoroso veloha ricoperto tuti i penser miei.
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5 | Però quanto ch'io viddi e quanto io feipel gaudio taccio, che nel petto celo,ma prima cangerò nel fronte el pelo,che mai l'obligo volga in pensi[e]r rei.
E se quello altero almo in basso cede, |
10 | vedrai che non fia a me, ma al mio gran foco,qua più che gli altri in la fervenzia esciede.
Ma pensa ch'el mio spirto a poco a pocoel corpo lasarà, se tua mercedesocorso non li dia a tempo e loco.
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