Leonardo da Vinci
1452 - 1519
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Scritti scelti
Pensieri morali
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Pensieri morali
I. 15rChi non stima la vita, non la merita.
C. A. 91v aAlli ambiziosi, che non si contentano del benefizio della vita nè della bellezza del mondo, è dato per penitenzia che lor medesimi strazino essa vita, e che non possegghino la utilità e bellezza del mondo.
Triv. 27rSiccome una giornata bene spesa dà lieto dormire, così una vita bene usata dà lieto morire.
Triv. 35vL.a vita bene spesa lunga è
W. 12282rNon si volta chi a stella è fisso.
C. A. 111r aAcquista cosa nella tua gioventù, che ristori il danno della tua vecchiezza. E se tu intendi la vecchiezza aver per suo cibo la sapienza, adoprati in tal modo in gioventù, che a tal vecchiezza non manchi il nutrimento.
Ox. A. 29rSe piglierai il piacere, sappi che lui ha dirieto a sé chi ti porgierà tribolazione e pentimento.Questo si è il piacere insieme col dispiacere, e figuransi binati perchè mai l’uno è spiccato da l’altro. Fannosi colle schiene voltate, perchè sono contrari l’uno a l’altro; fannosi fondati sopra un medesimo corpo, perchè hanno un medesimo fondamento, imperò che il fondamento del piacere si è la fatica del dispiacere, il fondamento del dispiacere sono i vari e lascivi piaceri. E però qui si figura colla canna nella man destra, ch’è vana e senza forza, e le punture fatte con quella son venenose. Mettonsi in Toscana al sostegno de’ letti, a significare che quivi si fanno i vani sogni e quivi si consuma gran parte della vita, quivi si gitta di molto utile tempo, cioè quel della mattina, che la mente è sobria e riposata, e così il corpo, atto a ripigliare nove fatiche; ancora lì si pigliano molti vani piaceri e colla mente immaginando cose impossibili a sé e col corpo pigliando que' piaceri che spesso son cagione di mancamento di vita, sì che per questo si tiene la canna per tali fondamenti.
C. A. 289v cAristotile nel terzo dell’Etica: l’uomo è degno di lode e di vituperio solo in quelle cose che sono in sua potestà di fare e di non fare.
H. 119rNon si pò avere maggior, nè minor signoria che quella di se medesimo.
H. 118(25)vDomanda consiglio a chi ben si corregge.
H. 119rChi non raffrena la voluttà colle bestie s'accompagni.
C. A. 358v aLa passione dell'animo caccia via la lussuria.
Triv. 38rComparazione. – Un vaso crudo rotto si pò riformare, ma il cotto no.
A. 96rLe stanze overo abitazione piccole ravvian lo 'ngegno e le grandi lo sviano.
An. B 21vNon ti promettere cose e non le fare, se tu [v]e’ che, non l’avendo, t’abbino a dare passione.
C. A. 289v eMal fai se lodi e peggio istù riprendi la cosa, quando bene tu no' la 'ntendi.
H. 118vChi non punisce il male, comanda che si facci.
For. II 41vTanto è a dire ben d'un tristo, quanto a dire male d'un bono.
H. 16vReprendi l'amico in segreto e laldalo in paleso.
H. 118r (25v)Al traditore la morte evita, perchè se usa lialtà non gli è creduta.
C. A. 358v aGli strumenti de' barattieri sono la semenza delle bestemmie umane contro agli dei.
Ash. I 10rPer mantenere il dono principal di natura, cioè libertà, trovo modo da offendere e difendere, in stando assediati da li ambiziosi tiranni; e prima dirò del sito murale, e ancora perchè i popoli possino mantenere i loro boni e giusti signori.
H. 63vIl calderigio dà il tortomalio a' figlioli ingabbiati: prima morte che perdere libertà.
Triv. 23vIDov'è più sentimento, lì è più, ne' martiri, gran martire.
C. A. 117v bComparazione della pazienzia. – La pazienzia fa contro alle 'ngiurie non altrementi che si faccino i panni contra del freddo; imperocché se ti multiplicherai di panni secondo la multiplicazione del freddo, esso freddo nocere non ti potrà. Similmente alle grande ingiurie cresci la pazienzia; esse ingiurie offendere non ti potranno la tua mente.
W. 12642rOrazio: Iddio ci vende tutti li beni per prezzo di fatica.
C. A. 382v aTutti li animali languiscano, empiendo l’aria di lamentazioni, le selve ruinano, le montagne aperte per rapire li generati metalli; ma che potrò io dire cosa più scellerata di quelli che levano le lalde al cielo di quelli che con più ardore han nociuto alla patria e alla spezie umana?
W. 12495vE se alcuno infra loro si trova, che alcuna bontà possegga, non altrimenti come che me, dalli altri uomini trattati sono; e in effetto io ho questa conclusione, ch’è male se li sono nemici, e peggio se li son amici.
F. 5vE molti fecen bottega con inganni e miraculi finti, ingannando la stolta moltitudine, e se nessun si scopria cognoscitore de' loro inganni, essi gli puniano.
Ox. A. 29vSubito che nasce la virtù quella partorisce contra sé la invidia, e prima fia il corpo sanza l'ombra, che la virtù sanza invidia.
W. 12700rMani nelle quali fioccan ducati e pietre preziose, queste mai si stancano di servire; ma tal servizio è sol per sua utilità e non è al nostro proposito.Naturalmente. Natura così mi dispone.
For. III 17vE questo omo ha una somma pazzia, cioè che sempre stenta per non istentare, e la vita se li fugge sotto speranza di godere i beni con somma fatica acquistati.
F. 96vOgni omo desidera far capitale per dare a' medici, destruttori di vite. Adunque debbono essere ricchi.
C. A. 80v aDel consiglio e della miseria. – Ecci una cosa che, quanto più se n’ha di bisogno, più si refuta. E questo è il consiglio, mal volentieri ascoltato da chi ha più bisogno, cioè dagl’ignoranti.Ecci una cosa che, quanto più n’hai paura e più la fuggi, più te l’avvicini. E questo è la miseria, che quanto più la fuggi, più ti fai misero e sanza riposo.
H. 119rNessun consiglio è più leale che quello che si dà dalle navi che sono in pericolo.
C. A. 252r aQuando io crederò imparare a vivere, e io imparerò a morire.
A. 114vNon si dimanda ricchezza quella che si può perdere. La virtù è vero nostro bene ed è vero premio del suo possessore. Lei non si può perdere, lei non ci abbandona, se prima la vita non ci lascia. Le robe e le esterne devizie sempre le tieni con timore, ispesso lasciano con iscorno e sbeffato il loro possessore, perdendo lor possessione.
Lei. 22vPerchè io non scrivo il mio modo di star sotto l'acqua. – Come e' non si pò star sotto l'acque, se non quanto si pò ritenere lo alitare.Come molti stieno con istrumento alquanto sotto l'acque. Come e perchè io non scrivo il mio modo di stare sotto l'acqua quanto io posso star sanza mangiare; e questo non publico o divolgo, per le male nature delli omini, li quali userebbono li assassinamenti ne' fondi de' mari col rompere i navili in fondo e sommergerli insieme colli omini che vi son dentro. E benchè io insegni delli altri, quelli non son di pericolo, perchè di sopra all'acqua apparisce la bocca della canna onde alitano, posta sopra li otri o sughero.
For. III 74vEcci alcuni che altro che transito di cibo e aumentatori di sterco – e riempitori di destri – chiamar si debbono, perchè per loro – altro nel mondo appare – alcuna virtù in opera si mette; perchè di loro altro che pieni e destri non resta.
An. B 21v (W. 19038)Non mi pare che li omini grossi e di tristi costumi e di poco discorso meritino sì bello strumento, nè tante varietà di macchinamenti, quanto li omini speculativi e di gran discorsi, ma solo un sacco, dove si riceva il cibo e donde esso esca, chè invero altro che un transito di cibo non son da essere giudicati, perchè niente mi pare che essi participino di spezie umana altro che la voce e la figura, e tutto el resto è assai manco che bestia. |