Virginia Galilei
1600 - 1634
|
Lettere al padre
1633
|
______________________________________________________________________________
|
|
|
84.
A RomaSan Matteo, 20 aprile 1633
Molto Illustre e Amatissimo Signor Padre.
Dal signor Geri mi viene avvisato in qual termine Ella si ritrova per causa del suo negozio, cioè ritenuto nelle stanze del Sant'Uffizio; il che per una parte mi dà molto disgusto, persuadendomi ch'Ella si ritrovi con poca quiete dell'animo, e fors'anco non con tutte le comodità del corpo: dall'altra banda, considerando io la necessità del venire a questi particolari, per la sua spedizione, la benignità con la quale fino a qui si è costà proceduto con la persona sua, e sopra a tutto la giustizia della causa e la sua innocenza in questo particolare, mi consolo e piglio speranza di felice e prospero successo, con l'aiuto di Dio benedetto, al quale il mio cuore non cessa mai d'esclamare, e raccomandarla con tutto quell'affetto e confidenza possibile.Resta solo ch'Ella stia di buon animo, procurando di non pregiudicare alla sanità con il soverchiamente affliggersi, rivolgendo il pensiero e la speranza sua in Dio, il quale, come padre amorevolissimo, non mai abbandona chi in Lui confida e a Lui ricorre. Carissimo signor Padre, ho voluto scriverli adesso, acciò Ella sappia ch'io sono a parte de' suoi travagli, il che a Lei dovrebbe essere di qualche alleggerimento: non ne ho già dato indizio ad alcun'altra, volendo che queste cose di poco gusto siano tutte mie, e quelle di contento e sodisfazione siano comuni a tutti. Che però tutti stiamo aspettando il suo ritorno con desiderio di goder la sua conversazione con allegrezza.E chi sa che mentre adesso sto scrivendo, V. S. non si ritrovi fuori d'ogni frangente e d'ogni pensiero? Piaccia pure al Signore, il quale sia quello che la consoli e con il quale la lascio.
figliuola AffezionatissimaS. M. Celeste. |