Tommaso Campanella
1568 - 1639
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Lettere
1624
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Molto Illustre Signore mio Osservandissimo.
Di novo supplico a V. S. M. I. che tratti quelli due negotii miei, l`uno è la licenza per fra Dionisio di Castelvetere che possa venir in Roma a trattar le cose mie, l'altra è il memoriale del Padre Generale al Re Cattolico che mi domandi da parte la religione, perchè rispondesse duramente alla proposta dell'Illustrissimo Barberino, e mi finge nocente per non obligarsi a difender l'innocenza a tutto il mondo nota, e da' nemici confessata; per tanto supplico a V. S. che spinga il Signor Scioppio a dirne una parola a S. B. e che li presenti il libro mio del Governo Ecclesiastico: che Favilla, perchè è sventurato d'animo, non vol farlo dopo un anno: e po' non aspetti che lui solleciti, ma V. S. faccia questo favore con caldezza, insieme col Cavaliere Del Pozzo 1). Resto al suo comando, e li prego dal Signore quello ch'è meglio sempre. Amen. Potrà V. S. altrimenti operare per questi effetti, secondo la sua prudenza. Mi doglio che del Reminiscetur son venute le copie a Napoli, e va per tutto, e corrono come di cosa propria. Favilla non vol trattar per la stampa. Però è necessario venga fra Dionigio.Napoli, 13 d'Agosto 1624.S.re Aff.mo Fra Tommaso Campanella.
―――――――― 1) Da ciò si pare che non tutte queste Lettere sieno scritte a Cassiano Del Pozzo; anzi alcuna di esse, come questa, io credo che siano scritte a D. Virginio Cesarini, altro amico del Campanella. |