BIBLIOTHECA AUGUSTANA

 

Leonardo da Vinci

1452 - 1519

 

Scritti scelti

 

Anatomia

 

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Anatomia

 

 

 

An. C I, 2r (W 19061)

Ordine del libro. – Questa mia figurazione del corpo umano ti sarà dimostra non altrementi che se tu avessi l'omo naturale innanti...

Adunque qui con 15 figure intere ti sarà mostro la cosmografia del minor modo, col medesimo ordine che innanti a me fu fatto da Tolomeo nella sua cosmografia; e così dividerò poi quelle membra, come lui divise il tutto in province, e poi diro l'uffizio delle parti per ciascun verso, mettendoti dinanti alli occhi la notizia di tutta la figura e valitudine dell'omo, in quanto ha moto locale mediante le sue parte.

E così piacessi al nostro autore che io potessi dimostrare la natura delli omini e loro costumi nel modo che io descrivo la sua figura.

 

 

An. A 14v (W 19013)

E tu, che vogli con parole dimostrare la figura dell'omo con tutti li aspetti della sua membrificazione, removi da te tale openione, perchè, quanto più minutamente descriverai, tanto più confonderai la mente del lettore e più lo removerai dalla cognizione della cosa descritta.

Adunque è necessario figurare e descrivere.

 

 

D. 10r

O scrittore, con quali lettere scriverai tu con tal perfezione la intera figurazione, qual fa qui il disegno? [del cuore e «delle vene che notriscano il core»]...

Io ti ricordo che tu non t'impacci colle parole se non di parlare con orbi; o se pur tu voi dimostrar con parole alli orecchi e non all'occhi delli omini, parla di cose di sustanzie o di nature, e non t'impacciare di cose appartenenti alli occhi col farle passare per li orecchi, perchè sarai superato di gran lungo dall'opera del pittore.

Con quali lettere descriverai questo core che tu non empia un libro?

 

 

 

An. B 12r (W 19029)

Del cuore. – Instrumento mirabile, invenzionato dal sommo maestro.

 

 

An. A 11r (W 19010)

Fa una dimostrazion di questo piedi colle simplici ossa; poi lascia stare il pannicolo che le veste, e fa una simplice dimostrazion di nervi; e poi sopra le medesime ossa ne farai una di corde, e di poi una di vene e arteria insieme; e nell’ultimo una sola, che contenga arteria, vena, nervi, corde, muscoli e ossa.

 

 

An. B 13v (W 19030)

Ho trovato nella composizione del corpo umano che, come in tutte le composizioni delli animali esso è di più ottusi e grossi sentimenti, così è composto di strumento manco ingegnoso e di lochi manco capaci a ricevere la virtù de’ sensi...

In effetto l'omo non si varia dalli animali se non nell'accidentale, col quale esso si dimostra essere cosa divina, perchè, dove la natura finisce il produrre le sue spezie, l'omo quivi comincia, colle cose naturali, a fare, coll'aiutorio d'essa natura, infinite spezie; le quali, non essendo necessarie a chi ben si corregge come fan li animali, a essi animali non è disposizion cercarne.

 

 

An. C I 2r (W 19061)

Farai poi un discorso delle mani di ciascun animale per mostrare in che si variano

 

 

An. C V 23r (W 12631)

Dimostrazione seconda, interposta infra l'anatomia e 'l vivo.

Figurerai a questo paragone le gambe de' ranocchi, le quali hanno gran similitudine colle gambe dell'omo sì nell'ossa come ne' sua muscoli. Di poi seguirai le gambe dirieto della lepre, le quali son molto muscolose, e di muscoli spediti, perchè non sono impedite da grassezza.

 

 

An. II 5r

O speculatore di questa nostra macchina, non ti contristare perchè coll’altrui morte tu ne dia notizia, ma rallegrati che il nostro Altore abbia fermo lo intelletto a tale eccellenzia di strumento.

 

 

An. A 2r

E tu, omo, che consideri in questa mia fatica l'opere mirabile della natura, se giudicherai esser cosa nefanda il destruggerla, or pensa essere cosa nefandissima il torre la vita all'omo, del quale, se questa sua composizione ti pare di maraviglioso artifizio, pensa questa essere nulla rispetto all'anima, che in tale architettura abita, e veramente, quale essa si sia, ella è cosa divina, [sì] che lasciala abitare nella sua opera a suo beneplacito, e non volere che la tua ira o malignità destrugga una tanta vita – che, veramente, chi non la stima, non la merita –, poiché così malvolentieri si parte dal corpo, e ben credo che '1 suo pianto e dolore non sia sanza cagione.

E ingegnati di conservare la sanità, la qual cosa tanto più ti riuscirà quanto più da fisici ti guarderai, perchè le sue composizione son di spezie d’archimia, della qual non è men numero di libri ch’esista di medicina.

 

 

An. I 1v

Proemio della Anatomia. – E tu, che di’ esser meglio il vedere fare la notomia, che vedere tali disegni, diresti bene, se fussi possibile veder tutte queste cose, che in tal disegni si dimostrano in una sola figura; nella quale, con tutto il tuo ingegno, non vedrai e non arai la notizia se non d’alquante poche vene; delle quali io, per averne vera e piena notizia, ho disfatti più di dieci corpi umani, destruggendo ogni altri membri, consumando con minutissime particule tutta la carne che d’intorno a esse vene si trovava, sanza insanguinarle, se non d’insensibile insanguinamento delle vene capillare. E un sol corpo non bastava a tanto tempo, che bisognava procedere di mano in mano in tanti corpi, che si finissi la intera cognizione; la qual ripricai due volte per vedere le differenzie.

E se tu arai l’amore a tal cosa, tu sarai forse impedito dallo stomaco; e se questo non ti impedisce, tu sarai forse impedito dalla paura coll’abitare nelli tempi notturni in compagnia di tali morti squartati e scorticati e spaventevoli a vederli; e se questo non t’impedisce, forse ti mancherà il disegnio bono, il quale s’appartiene a tal figurazione.

E se tu arai il disegno, e’ non sarà accompagnato dalla prospettiva; e se sarà accompagnato, e’ ti mancherà l’ordine delle dimostrazion geometriche e l’ordine delle calculazion delle forze e valimento de’ muscoli; e forse ti mancherà la pazienza, se tu non sarai diligente.

Delle quali, se in me tutte queste cose sono state o no, i centoventi libri da me composti ne daran sentenzia del sì o del no, nelli quali non sono stato impedito nè d’avarizia o negligenzia, ma sol dal tempo. Vale.